La mie impressioni su Garmin 520 Edge, Garmin Fenix3, e Huami Amazfit Pace
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Nell'ultimo anno, in momenti diversi ho acquistato i tre dispositivi indicati nel titolo. Siccome li ho provati un po', principalmente per registrare i dati delle mie attività "sportive" e ci sono delle critiche che voglio esprimere ho deciso di scrivere questo piccolo articolo. Premetto che li accomuno qui proprio perché le mie valutazioni nascono dopo averli usati tutti e tre per registrare i dati di varie attività. Comincio con il più "anziano", il Garmin 520 Edge. Si tratta di un piccolo computer per biciclette, dotato di GPS e da me acquistato nella versione Kit che includeva la fascia per il rilevamento della frequenza del battito cardiaco, il sensore di velocità e il sensore di cadenza (di pedalata). Si tratta di un buono strumento, in grado di sincronizzare le attività registrate tramite collegamento bluetooth con lo smartphone. Il 520 Edge può visualizzare anche il percorso su delle mappe. Le mappe precaricate sono di fatto inutili ma esiste un modo di caricare piccoli pezzi (limitati dalla quantità di memoria disponibile sul dispositivo) di mappe dettagliate. Io ho caricato una mappa di una buona porzione del Friuli. E' una cosa simpatica ma che uso poco perché una mappa su un display da 2 pollici non è poi tanto comoda da consultare ne' facile da leggere. Garmin permette di caricare tutte le attività sul suo portarle chiamato "connect" e quindi poi le attività e tutte le statistiche sono consultabili o via web o via app dallo smartphone. Questa cosa mi piace. Fra l'altro poi si possono spedire le informazioni anche su altri "social" come Endomondo e Strava. Nel complesso sono soddisfatto del 520, pecca un po' di precisione nel calcolo delle pendenze. Considerando che c'è il sensore di velocità (che misura anche la distanza sulla ruota) e l'altimetro barometrico che pare abbastanza preciso mi aspetterei una maggior precisione, ma forse l'altimetro non è poi così preciso da garantire una misura della pendenza buona. Un sensore che invece è inspiegabilmente e ingiustificabilmente impreciso è quello di temperatura, anche stamattina con temperature che penso non fossero sotto zero mi ha registrato temperature fino a -5 °C.
A Dicembre, preso dal raptus del venerdì nero ho acquistato per 250 euro il garmin fenix 3. Un gran bel giocattolone che per ora sono riuscito a testare solo per qualche camminata e in piscina. Conto di testarlo e usarlo per la corsa quando mi passerà un piccolo acciacco a una gamba (sperando che passi...). Posso però gia rilevare qualche difetto: l'altimetro da i numeri, ho gia provato a calibrarlo un paio di volte ma dopo un paio di giorni sballa completamente i dati. Per dare un'idea, io abito a circa 240 m slm, ieri ne indicava 130.... Anche qui non so quanto sia preciso ed affidabile il sensore di temperatura, in questo caso poi è quasi inutile, essendo l'orologio sempre influenzato dalla temperatura corporea. In piscina forse potrebbe dare una lettura realistica ma nell'attività nuoto non vedo registrato questo dato. Altro sensore che mi delude molto in uno strumento dal costo non trascurabile come questo è il sensore di frequenza cardiaca. La misura della frequenza cardiaca a riposo è senz'altro sottostimata per il resto non ho un riferimento certo quindi non posso sbilanciarmi ma non mi da molta fiducia. Va detto che potrebbe essere soggettivo, io faccio fatica a farlo aderire bene al polso per permettergli una buona lettura. D'altra parte questo è collegato a un'altra caratteristica di questo "orologio": è piuttosto grosso e pesante; tant'è che il suo successore, il fenix 5, è stato fatto anche in un formato un po' più piccolo. Mi ha stupito la prima volta in piscina, riesce a misurare il numero di vasche nuotate a stile libero con una precisione impressionante, tenuto conto del fatto che in una piscina chiusa non è possibile neanche sfruttare l'aiuto del GPS. Le prime volte che l'ho usato però le vasche nuotate da me a dorso non era in grado di contarle bene e sovrastimava. Uso il passato perché ho cercato di adattarmi, aumentando un pochino l'andatura e il tempo di "virata" sono riuscito a fargli misurare in modo corretto anche le vasche nuotata a dorso. Mi chiedo che algoritmo utilizzi. Sembra, anzi, sono quasi certo, che sovrastimi anche il numero di passi che vengono rilevati costantemente. Ho fatto un primo test parziale confrontando con uno smartwatch samsung e anche contanto io i passi ma non sono in grado di dire quale sia la percentuale di errore, se 1,2,5 o 10 percento. In questo momento sto facendo un confronto con il terzo dispositivo di cui voglio parlare, l'Amazfit Pace di Huami (che credo faccia parte di Xiaomi). Questo dispositivo sulla carta è veramente incredibile, soprattutto rapportato al prezzo, si trova in vendita a cifre tra i 75 e 90 euro circa. E' un bell'aggeggio, non fosse che non è impermeabile avrebbe quasi le stesse funzionalità offerte dal fenix3. Il sensore di frequenza cardiaca sembra misurare un po' meglio ma potrebbe anche essere dovuto solo al fatto che l'orologio è più piccolo e leggero del garmin e aderisce meglio al polso, anche se in realtà con il garmin ho fatto delle prove anche tenendo fermo l'orologio con l'altra mano. Esteticamente l'Amazfit Pace è molto più elegante e discreto del garmin. Al momento il più grosso appunto che posso fare è che Huami/Xiaomi hanno il vizio di tenersi i dati delle attività sul loro "cloud" e renderle consultabili solo tramite l'orologio stesso o la relativa applicazione per il telefono. Per il resto questo orologio fa un po' da smartwatch perché lancia le notifiche che arrivano dal telefono (chiamate in arrivo, messaggi, ecc) ma non permette interazioni come fanno smartwatch più evoluti, non ha un microfono. Di fatto questa funzionalità ce l'ha anche il garmin e funziona egregiamente; si tratta di una funzionalità comoda perché altrimenti io il telefono non lo sento mai. Sullo Huami ho voluto provare installare una rom modificata e tradotta in italiano. Questa cosa ha come conseguenza che occorre utilizzare sullo smartphone l'applicazione fatta per la cina. Una delle conseguenze è che la versione per il mercato americano permette una integrazione con Strava, quella per la cina no, si integra con applicazioni Xiaomi che si vede vanno per la maggiore in Cina. Sto ancora cercando di capire se ci sono vantaggi con questa rom rispetto a quella originale in inglese per il mercato americano.
Dimenticavo, la durata delle batterie, per tutti e tre i dispositivi è buona. A spanne direi che l'Edge riesce a fare almeno una ventina di ore di registrazione di attività. Il massimo di uscita in bicicletta che ho fatto io è 5/6 ore, poi se vedo che la batteria è sotto al 50% lo ricarico, quindi la mia è solo una stima sulla durata complessiva. Sugli orologi non so quanto sia la durata con l'uso di GPS ma con rilevamento continuo di frequenza cardiaca e connesione al telefono oserei dire che arrivano a 3/4 giorni, forse anche di più ma siccome sto alternando non ho ancora dati più precisi.
Cima di Terrarossa
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Oggi mi sono preso una giornata libera, avevo bisogno di "evadere" dalla pressione degli impegni quotidiani. Dopo una veloce ricerca ho scelto come meta, cercando di far stare l'escursione nel tempo che avevo a disposizione, la Cima di Terrarossa. Ne avevo sentito parlare ma non la conoscevo. Fra l'altro ero stato diverse volte sui piani del Montasio ma mi ero sempre limitato ad arrivare al rifugio Di Brazzà. Fra l'altro con i bambini era gia un risultato soddisfacente per me.
Stamattina, spediti i bambini a scuola sono partito, alle 7.35 sono partito da casa, alle 8.40 ero al parcheggio dei piani del Montasio, cinque minuti per mettere le scarpe, dare un'occhiata alla mappa tabacco (naturalmente mi ero dimenticato il foglio con le indicazioni che mi ero stampato la sera prima) indossare gli scarponi e lo zaino e alle 8.45 sono partito. Sono partito di buon passo perché avevo l'ansia e la voglia di arrivare presto per non tardare poi il rientro. Alle 9.00 ero gia al rifugio di Brazzà. Alle 9.45 non ero molto distante dala forcella ma gia le mie gambe cominciavano a dare qualche lieve segno di stanchezza, sicché ho fatto una breve pausa per rifocillarmi, acqua, una banana, poi una merendina ai cereali e ancora acqua. Ho proseguito, poco dopo sono arrivato alla forcella dove un giovane stambecco mi aspettava. Che gioia! Il mio primo incontro con uno stambecco. Come avevo letto non era per nulla intimorito dalla mia presenza e pur mantenendo una distanza minima non aveva nessuna intenzione di scappare, anzi stava in posa mentre lo fotografavo. Finito il servizio fotografico ho ripreso il cammino, verso le 10.30 con una certa incredulità ero sulla cima. Il panorama da la sopra è fantastico, la giornata era perfetta, anche se la su effettivamente, dalla forcella in poi c'era un po' di vento gelido. In cima mi sono bevuto il te caldo che per fortuna mi ero preparato, mi sono riempito gli occhi del panorama, ho fatto un sacco di foto e poi ho guardato un po' una coppia di austriaci che davano briciole di pane ai grossi merli che ci aspettavano in vetta. Alle 10.45 circa ho ripreso il cammino per il ritorno, alle 11.40 ero al rifugio, se fosse stato aperto mi sarei fermato volentieri a mangiare. Alle 11.52 ero all'auto. Ero così soddisfatto anche del fatto di aver fatto così presto che avrei volentieri fatto un'altra breve escursione ma ormai non avevo tanto tempo, quindi con calma sono rientrato a casa.
Camminata sul Monte Cuar con la neve
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Quest'anno la neve si è presentata presto e fino a basse quote, una cosa insolita, almeno guardando come è andata negli ultimi anni. Così mercoledì 6 Dicembre mi sono preso un giorno di ferie con la velleità di fare una ciaspolata. Il tempo a disposizione era comunque limitato per cui ho scelto una meta vicina, molto vicina a casa: il monte Cuar. Ci sono stato gia un paio d'anni fa, quella volta era sicuramente più tardi, la neve cominciava ad esserci a quota più alta e in cima ce n'era in abbondanza. Ieri invece la neve era gia presente all'imbocco del sentiero presso Cuel di Forcja, però in cima ce n'era di più ma non tanta. Tant'è che essendo anche il sentiero gia battuto le ciaspole non erano necessarie e sono rimaste nello zaino. Tanto meglio perchè a essere sinceri non credo che il sentiero 816 nel tratto da Cuel di Forcja alla cima del monte Cuar sia adatto e divertente da fare con le ciaspole. Il tracciato segue praticamente la cresta della montagna, è molto ripido e non agevole. Mi ricordo che la volta scorsa al ritorno scivolavo spesso con le ciaspole ed era piuttosto seccante.
Questa volta sono arrivato a Cuel di Forcja alle 8.40 circa, la strada da Monte Prat diventa sempre più rovinata e a tratti c'era ghiaccio e neve quindi lo fatta con molta calma. Alle 8.45 mi sono incamminato e alle 10 circa ero in cima. Devo dire che la salita mi ha un po' provato, forse non sono molto in forma... Dalla cima sono disceso, seguendo il sentiero battuto sulla neve e segnato con famosi colori rosso e bianco fino alla malga che è chiusa. Qui mi sono un po' rifoccillato e da qui ho preso il sentiero 815 seguendo l'indicazione per Cuel di Forcja (mentre da dove ero arrivato indicava per Monte Prat ma in realtà il punto d'arrivo dei due sentieri dista poche decine di metri). Molto bello il sentiero 815, l'idea di dover discendere da dove ero salito mi spaventava un po' per la ripidità dell'816. Il sentiero 815 invece scende molto più gradualmente tagliando trasversalmente il versante nord della montagna, quindi per buona parte è in ombra ma è molto comodo. Per un tratto il sentiero percorre il tracciato di una forestale. Nella parte finale si trovano anche dei resti di costruzioni, cosa che mi ha un po' stupito vista la posizione alquanto isolata e immersa nel bel bosco di faggi che ricopre tutto questo versante composto dai monte Cuar e Flajel.
Questo è il tracciato registrato con il GPS del telefono: https://www.gpsies.com/map.do?fileId=mvqpnknjafqreepa
(non so più come includere direttamente il tracciato, è una cosa che devo studiare su questa versione di Joomla!)
Qui qualche foto: http://s1094.photobucket.com/user/cristiancudizio/library/MonteCuar2017
La mia vita
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E' da tanto che voglio scrivere qualcosa, sfogarmi, nella speranza che la tristezza che è intrappolata in me possa fuoriuscire dandomi un po' di sollievo. In realtà è da tanto che ci penso ma i miei pensieri sono confusi e neppure credo che scrivendo qui avrò un minimo sollievo, tuttavia ci provo. Fra poco saranno tre mesi esatti dal giorno in cui mia moglie Elena ha perso la vita in un incidente con l'auto, lasciandomi qui a piangerla, fra le macerie della mia vita che fino a tre mesi fa consideravo bellissima e fortunata.
Ho riflettuto molto sulla fortuna, sul destino, sulla fede, il risultato è solo confusione, continuo a trovare incredibile quello che mi è successo, a pensarla ogni mattina quando mi sveglio, ogni sera prima di addormentarmi e a soffrire per quanto ho perso, perché dopo oltre 12 anni di progetti e speranze mi trovo in un baratro. Ho avuto molto conforto da molte persone che mi sono state e mi sono vicine, però è difficile
28 Settembre 2011
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Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
(Eugenio Montale Genova 12/10/1896 – Milano 12/9/1981 - Premio Nobel per la letteratura 1975)
Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale e ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino. Anche così è stato breve il nostro viaggio. Il mio dura tuttora, né più mi occorrono le coincidenze, le prenotazioni, le trappole, gli scorni di chi crede che la realtà sia quella che si vede.
Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio non già perché con quattr'occhi forse si vede di più. Con te le ho scese perché sapevo che di noi due le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate, erano le tue. (dedicata alla moglie, Drusilla Tanzi, morta nel 1963)